Imprenditore agricolo e coltivatore diretto : agevolazioni. La qualifica è fondamentale per accedere ad alcune agevolazioni del settore previste anche per l’anno 2022.
La qualifica di imprenditore agricolo professionale e di coltivatore diretto è condizione essenziale per accedere ad alcune delle più importanti agevolazioni del settore agricolo. Per il 2022, in particolare, sono previste tre misure di favore per i soggetti operanti nel campo.
In primis, si è prorogata la detessazione Irpef dei redditi dei terreni posseduti da coltivatori diretti ed imprenditori agricoli professionali (qui per un approfondimento sul tema).
Ma non solo. Previsto inoltre l’esonero contributivo per i giovani agricoltori che si iscrivono per alla previdenza agricola entro il 2022, all’avvio di un’attività imprenditoriale nel settore. Necessario, per goderne, che il nuovo soggetto iscritto sia di età inferiore a quarant’anni.
Si è, infine, proceduto alla proroga dell’innalzamento al 9,5% della percentuale di compensazione Iva applicabile alla cessione di animali (suini e bovini vivi). Tale ultima agevolazione riguarda i produttori agricoli che applicano il regime speciale Iva ex art. 34 Dpr 633/72.
Imprenditore agricolo e coltivatore diretto: la definizione
Per imprenditore agricolo professionale si intende il soggetto in possesso di competenze professionali specifiche del settore, il quale dedichi alle attività agricole almeno il 50% del proprio lavoro e ne ricavi il 50% del proprio reddito. Le attività agricole sono quelle ricomprese nell’art. 2135 c.c. ed in particolare:
- La coltivazione del fondo
- La selvicoltura
- Allevamento di animali
- Le attività connesse alle precedenti.
Sono inoltre considerati imprenditori agricoli anche i soci e gli amministratori delle società di persone che esercitino le attività indicate e di cui almeno un socio sia imprenditore agricolo. Per quanto riguarda i soci delle società di capitali, è necessario che almeno un amministratore sia imprenditore agricolo professionale.
Quanto alla qualifica di coltivatore diretto, la stessa è attribuita al soggetto che coltiva abitualmente e direttamente i terreni, o alleva bestiame. Il coltivatore diretto deve contribuire, con il lavoro proprio e dei membri del suo nucleo familiare, ad almeno un terzo del fabbisogno lavorativo dell’azienda agricola.